IL “DALTONISMO” è un’alterazione della percezione dei colori (Discromatopsia). Nella forma classica (Rosso-Verde) si tratta di una alterazione ereditaria che si trasmette in modo recessivo nel cromosoma X di conseguenza colpisce prevalentemente i maschi. Si stima che circa il 5-6% della popolazione maschile sia affetta da un certo grado di Daltonismo. Questo disturbo non influisce però sulla acuità visiva, quella che normalmente misuriamo in decimi, ma soltanto sulla discriminazione di alcuni colori. Esiste una forma molto più rara di daltonismo che non si trasmette sul cromosoma X e che colpisce in egual misura maschi e femmine.
A cosa è dovuto il daltonismo
Nel nostro occhio abbiamo due tipi di recettori:
- CONI: localizzati prevalentemente nella parte centrale della retina (Macula) sono deputati alla visione fine (TV, lettura etc…) e alla percezione dei colori; lavorano bene in ambiente ben illuminato. Classicamente riconosciamo 3 tipi di coni: Verde, Rosso e Blu (anche se studi più recenti hanno dimostrato che la situazione è più complessa)
- BASTONCELLI: Distribuiti in tutta la retina, servono alla percezione visiva in condizioni di bassa illuminazione e permettono di vedere alla periferia del campo visivo
Il daltonismoè dovuto ad un malfunzionamento di alcuni tipi di CONI per cui la percezione dei colori risulta alterata. E’ un difetto stabile nel tempo che non si modifica nel corso degli anni
I vari deficit della sensibilità cromatica sono classificati nel seguente modo
– protanopia se non funziona bene solo il cono destinato al rosso (Protanomalia se il difetto è parziale)
– deuteranopia se è mal funzionante il cono sensibile al verde (Deuteranomalia….)
– tritanopia l’alterata percezione del blu (Tritanomalia….)
-Si parla invece di acromatopsia quando nessuno dei coni funziona: in questo caso purtroppo però il bambino ha un gravissimo deficit visivo, e non percepisce i vari colori. Questa forma non rientra nel gruppo dei daltonismi.
Come vede un paziente daltonico
Siamo ritenuti a credere che un daltonico non veda i colori, in realtà non è così: il paziente percepisce i colori, ma alcuni di essi hanno bisogno di essere molto “vivi” (saturi) per essere chiaramente distinti. Per cercar di capire questa alterazione visiva, possiamo immaginare di avere un barattolo di vernice marrone a cui aggiungiamo pian piano della vernice rossa (o verde). Dopo poco il soggetto con una sensibilità cromatica normale dirà: ora mi sembra diventato rosso; il paziente daltonico ha bisogno di aggiungere molta più vernice rossa al barattolo marrone prima di dire: “ora lo vedo rosso”. Ha quindi bisogno che il colore sia più saturo per essere ben distinto come tale. I bambini piccoli talvolta non denominano in modo corretto i vari colori, ma spesso questo non è indice di daltonismo: infatti i colori dei giocattoli dei bambini sono in genere saturi e quindi ben distinguibili anche dai piccoli affetti da daltonismo. Un sintomo di allarme invece sono i primi dipinti: i bambini daltonici incontrano spesso difficoltà quando devono dipingere con i colori dell’Autunno: il rosso mattone ed il verde marcio, che sono poco saturi e quindi per loro difficilmente distinguibili. È importante però saperlo e avvertire gli insegnanti in modo che sappiano che alcuni errori che il bambino tende a fare sono imputabili al daltonismo e non alla pigrizia o alla disattenzione.
Come si diagnostica il daltonismo
Per la diagnosi, l’oculista, ma anche il pediatra, possono utilizzare alcuni test di cui il più noto è il libro delle Tavole di Ishihara (Fig.1), di cui ne esistono versioni per pazienti adulti e bambini.
Patente e lavoro
I pazienti daltonici non hanno problemi nel conseguimento della patente guida. Per la patente “normale” il codice della strada richiede che il soggetto abbia una percezione cromatica sufficiente a distinguere i colori degli indicatori stradali che sono in genere molto saturi e quindi percepiti anche dalla maggior parte dei daltonici. Diversa è la situazione per patenti speciali o professionali (autista etc) per cui è richiesta una sensibilità cromatica completa. Per le attività lavorative di solito non ci sono problemi, anche se alcuni lavori non sono proprio indicati per i pazienti con alterazione della percezione dei colori (elettricista, grafico etc..)
IL DEFICIT DEI COLORI ACQUISITO
Bisogna ricordare che esistono patologie acquisite in cui è presente un’alterazione della sensibilità ai colori. Queste patologie (maculopatie, distrofie retiniche e neuriti ottiche), sono spesso gravi e generalmente si associano anche ad un marcato deficit dell’acuità visiva ed altri sintomi molto evidenti. Si tratta di malattie ben distinguibili dal daltonismo da parte dell’oftalmologo pediatra